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Analisi del paranormale 2 PDF Stampa E-mail

Le leggi del fenomeno “effetto tunnel”

Dedicai molto tempo all’esperimento della "smaterializzazione" della carta; lo battezzai “effetto tunnel della carta da gioco” in quanto nella meccanica quantistica c’è un fenomeno simile denominato appunto effetto tunnel. Mi accorsi subito che il fenomeno aveva delle precise caratteristiche:
1° serviva un operatore o medium dotato di forte personalità, convinto e in grado di convincere che il fenomeno era possibile;

2° gli spettatori influivano ampiamente sulla riuscita del fenomeno, più scettiche erano meno il fenomeno aveva possibilità di avvenire, più persone erano presenti più difficile era far avvenire il fenomeno. Si poteva cioè parlare di una “massa mentale inerziale”;

3° gli spettatori dovevano avvicinarsi il più possibile ad uno stato di fiduciosa incertezza. Il medium otteneva questo stato facendo dei giochetti con le carte, che erano un misto di telepatia, cioè indovinava la carta pensata dai presenti, frammisto spesso a trucchi e giochi di prestigio, racconti suggestivi di precedenti esperienze.
A conferma di ciò osservai che, se le poche persone presenti avevano già potuto constatare e credere nel fenomeno, il fenomeno avveniva più facilmente. Viceversa la presenza di una personalità scettica e volitiva, inibiva fortemente il fenomeno. A questo proposito mi viene da pensare ad un certo prestigiatore, Randi che collabora con il C.I.C.A.P. patrocinato da Piero Angela, Randi ha lanciato una sfida mettendo in palio 10 mila dollari a chi in sua presenza e sotto il suo controllo, farà un esperimento paranormale, ebbene vista la personalità (fortemente inibente dico io), lui non vedrà mai un fenomeno paranormale. (Ho esposto tutto ciò al segretario del C.I.C.A.P. in due colloqui che ebbi con lui all’università di Padova).
 
4° Il medium sosteneva che doveva stabilire un “contatto” con la carta da gioco prima di smaterializzarla. Va detto che il soggetto dimostrava una sorprendente abilità ad indovinare una carta da gioco, a volte la toccava con il dito medio o la tastava con l’indice, altre volte bastava che un’altra persona la conoscesse affinché lui la indovinasse.
Dalle nostre parti usiamo carte da gioco dette trevigiane, usate in numero di 40 carte.(scartando l’8 il 9 il 10)
Pertanto la probabilità di indovinare una carta a caso è 1 su 40 se poi la carta indovinata viene tolta e si sceglie tra il rimanente la probabilità è 1 su 39 e così via.
Per prima cosa controllai se non fosse possibile individuare il valore della carta da anomalie piccolissime nella stampa del retro. Una volta vidi in una trasmissione televisiva due napoletani, padre e figlio, cimentarsi nell’indovinamento di carte da gioco napoletane, semplicemente analizzando il retro della carta. Essi sostenevano che tutti gli assi di denari, per esempio, avevano uno stesso difetto sul retro, e questo valeva per ogni singola carta. Sta di fatto che riuscivano ad individuare senza errori le carte di un mazzo nuovo in diretta TV.
Provai a fare una verifica di indovinamento, presentavo pertanto una carta da gioco estratta a caso senza che alcuno ne conoscesse il valore. Coprivo la carta con la mia mano o con un foglio di carta in modo da evitare quanto detto sopra. Ad ogni incontro presentai 30 carte la media era 13 carte indovinate esattamente su 30.
Mentre la statistica darebbe un valore intorno a 1 su 30!!
Un giorno mi disse di comperare un mazzo di carte nuove, sosteneva che le carte mai toccate da persone erano molto più facili da individuare.
A casa mia aprii il mazzo di carte tolsi le matte e l’8-9-10 e lo mescolai attentamente poi lo consegnai al medium, mi misi in una posizione tale per cui potevo di tanto in tanto intravedere il valore della carta che aveva in mano. Depose le carte, sempre coperte, in 4 file ordinate di carte coperte in sequenza dall’asso al re di denari, spade, coppe, bastoni, mai guardò una carta.
Alla fine disse che era incerto solo su due carte il 2 di coppe e il 3 di coppe.
Con l’aiuto di mia moglie girai le carte… tutte esatte tranne il 2 e 3 di coppe che risultarono in posizioni invertite. La probabilità è 1,22562E-48 cioè circa 1 su 1 seguito da 48 zeri.
Ma c’era un fenomeno ancora più strano, mentre il medium cercava di indovinare le carte , io e mia moglie eravamo seduti di fronte a lui e almeno 3 occasioni sollevò la carta così tanto da farci intravedere da sotto la carta in analisi, ebbene vedemmo che per esempio se si trattava del 7 di spade , lui però pose la carta nel posto sbagliato, per esempio nel 5 di spade nonostante ciò alla fine tutto era al suo posto.
In altre parole in almeno 3 occasioni non indovinò le carte ma “forzò la carta trasformandola”!

5° Gli spettatori potevano influenzare il fenomeno orientandolo in direzioni differenti da quelle volute dal medium. In alcune esperienze provai a immaginare una cupola impenetrabile attorno alle carte, ovviamente all’insaputa di tutti, ebbene il medium avvertiva in qualche modo questo campo mentale e se ne lamentava, trovava difficoltà “non era in serata”. Il tutto tornava normale appena smettevo di concentrarmi sulla cupola.
A volte quando faceva la smaterializzazione della carta, diceva per esempio che il fante di spade era divenuto il 7 di denari, io intervenivo inventando di sana pianta una bugia in modo molto convincente, per esempio dicevo che “No non era divenuta il 7 di denari ma la nuova carta era senza dubbio il re di bastoni”. Ebbene quando giravamo la carta accadeva proprio quello che profetizzavo io.

6° I fenomeni sono scarsamente ripetibili e vale molto “la serata favorevole o meno”.
Lo stato di salute e l’età del medium hanno molta influenza, man mano che l’età avanza i fenomeni sono scemati. Spesso purtroppo il medium si innamora del ruolo di “mago” e incomincia a barare, magari in modo puerile. Per esempio il medium da me seguito, ad un certo punto (60 anni), cominciò a smaterializzare il mazzo di carte partendo da uno vergine appena comperato con ancora il cellofan, dicendo che era più sicuro, in realtà faceva portare il mazzo di carte una prima volta; faceva finta di smaterializzare una carta concentrandosi, dichiarava che non era serata, consigliava di conservare il mazzo, avrebbe riprovato la settimana successiva. In realtà comperava un altro mazzo identico a quello visto, lo dissigillava col vapore e ne estraeva una carta. Al momento opportuno sostituiva i mazzi. Poi dichiarava di smaterializzare la carta tolta. Ovviamente appena incontrava un individuo con un minimo di conoscenze nel campo dei giochi di prestigio veniva smascherato. Ho provato a farlo ragionare, dicendoli che tutto il mio lavoro serio di verifiche veniva mandato a monte dal suo atteggiamento infantile, ma … niente, non ci sentiva.

7°Esiste una sorta di indeterminazione negli esperimenti, per esempio se non usavo la bilancia per controllare le variazioni di massa, la carta spariva e il mazzo diveniva di 39 carte invece di 40, con un evidente difetto di massa. Appena usavo la bilancia non c’era più la sparizione ma la sostituzione, in tal modo il parametro sotto controllo “ il peso” sfuggiva alla verifica. Se prendevo una singola carta la tenevo premuta con il dito, la carta non spariva ma cambiava, senza che io sentissi il ben che minimo movimento.
Se mettevo la carta da gioco sotto un cartoncino con sopra la mia mano, essa poteva sparire o cambiare.
Non siamo mai riusciti a smaterializzare un carta mentre era visibile la sua faccia dritta.
In 3 occasioni io stesso riuscii a smaterializzare una carta, in tutte le occasioni però il medium era presente o nella stanza o nella stanza accanto.

Penetrazione della carta in una scatola sigillata
Ad un certo punto decisi di tentare la penetrazione della carta in una scatola di cartone, per la precisione si trattava di una comunissima scatola che aveva contenuto scarpe nuove. Furono fatti 4-5 tentativi andati a vuoto; poi una sera, a casa di un amico alla presenza di una ventina di persone, il fenomeno accadde in modo mirabile. Premetto che toccai le carte solo io, quindi solo io potevo barare, feci circolare la scatola portata da me in modo che tutti potessero controllare che non c’erano doppi fondi o altro. Presi un nastro adesivo da pacchi e sigillai la scatola vuota per l’intera lunghezza, solo un virus poteva introdursi in quella scatola sigillata.
Creai uno spazio di un metro e mezzo intorno a me invitando tutti i presenti a rimanere seduti attorno alla gran tavola. L’illuminazione era forte c’era una lampada da 300w, io avevo le maniche corte e muovevo piano le mani in modo che tutti potessero controllare l’assenza di trucchi da parte mia. Con calma, distesi le 40 carte sul tavolo, per il controllo di tutti, e le rimescolai. A quel punto invitai il medium a recarsi nella stanza accanto, invitai tutti a tacere e sollevai la prima carta sopra il mazzo in modo che tutti la vedessero, era il 7 di coppe. Rimisi la carta sopra il mazzo, prendendola con due dita e scuotendola, in modo che nessuno pensasse che io stavo barando e avessi prelevato due carte. A questo punto richiamammo il medium, si sedette ad almeno 2 metri dalle carte, si concentrò e indovinò la carta (senza toccarla).
Disse che l’aveva “percepita” e che avrebbe tentato di farla entrare nella scatola, si concentrò e dopo alcuni minuti ritenne di avercela fatta.
Nel silenzio più totale sollevai la carta da gioco depositata sopra il mazzo, ma non era più la stessa infatti il mazzo aveva ora 39 carte mancava proprio il 7 di coppe. Lentamente sollevai la scatola che era sempre rimasta in vista vicino a me, in modo che nessuno la toccasse. La scossi e si sentì il rumore come di un uovo di pasqua con la sorpresa. Con molta calma e mostrando agli altri tutto, tolsi il lo scotch ed estrassi il 7 di coppe!
Mi rendo conto di aver avuto una posizione fortunata, nel senso che, uno scettico presente, avrebbe comunque potuto pensare che io avevo eseguito un abilissimo gioco di prestigio.
L’unico che poteva avere la certezza assoluta che non c’era trucco ero io. D’altra parte gli altri non erano così interessati alle verifiche come lo ero io.
Qualcuno anzi si dimostrava insofferente a tutte le mie continue verifiche. Ero il miscredente di turno, lo scettico ad oltranza.
Qualche decina d’anni dopo, quelle stesse persone si accorsero che il medium cominciava a mescolare sempre più trucchi di prestigio ai fenomeni paranormali, mi presero da parte e mi chiesero se erano stati tutti trucchi e se io avevo verificato con accuratezza? Dove era finita la loro “fede”?
 

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