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Il modello Matrix 6 PDF Stampa E-mail

Vivere significa fluire passando da un fotogramma all’altro. Nel nostro modello è il mouse che ci permette di scegliere il fotogramma successivo.

E’ chiaro che la scelta è un atto fondamentale.

Questa scelta è il risultato dei nostri desideri  o è il risultato di un’azione più complessa?

Immaginiamo che la scelta sia fatta da un mouse particolare che ha al suo interno dei motorini che lo fanno muovere senza che occorra la mano dell'uomo, questi automatismi sono gestiti da un computer interno e tendono a creare una scelta automatica.

 Supponiamo ora che l'operatore abbia anche lui la possibilità di agire ponendo la sua mano sul mouse.

 Ricapitolando, esistono due modalità per muovere il mouse:

a. pilota manuale;

b. pilota automatico.

 

In pratica c’è una mescolanza tra i due metodi di guidare il mouse.

Nella nostra civiltà attuale ci sono persone che sono totalmente perse nell’automatismo, vivono le giornate ripetendo sempre le stesse cose, essi entrano quindi nelle scene determinate dalle loro abitudini e non dalla loro volontà; è come se il mouse andasse da solo, senza la mano sopra. Questo è il motivo per cui queste persone spesso ritengono che la loro vita sia predeterminata.

Esiste però un’altra categoria di esseri, che, sforzo dopo sforzo, riescono a riprendere il comando manuale del mouse ed escludono completamente l’automatismo del mouse. Castaneda ritiene che il guerriero impeccabile debba imparare a sostenere il mondo con la sua volontà. (Nel libro, “Il secondo anello di potere” si afferma che: “Mentre l’uomo comune percepisce il mondo attraverso i suoi sensi coordinati dalla ragione, lo sciamano impara a reggere il mondo con la volontà.”).

 

 Automatismo del mouse.

Spesso costruiamo le nostre azioni in base a ragionamenti e necessità ben precise; in altre occasioni invece, la realtà che viviamo in ogni momento sembra non dipendente dalle nostre scelte, e come se il mouse selezionasse scene fuori del nostro controllo; questo dipende da molti fattori.

Fin da piccoli veniamo abituati a classificare, a percepire in un certo modo, a fare certi ragionamenti, a rispettare certe regole. Da grandi, noi ci comportiamo in modo da presentare agli altri un’immagine di noi stessi che tende a standardizzarsi attorno a certe tipologie umane. Un esempio classico è il modo di vestire dei ragazzi che seguono la moda: pantaloni semi usurati, vita bassa etc.

 Come ulteriore esempio riportiamo un passo tratto da “il Viaggio ad Ixtland” di Carlos Castaneda:

 

 “Tuo padre conosce tutto di te” disse. Perciò si è immaginato tutto di te. Sa quel che sei e ciò che fai e non c’è potere sulla terra che possa fargli cambiare la sua opinione su di te”. Don Juan disse che tutti quelli che mi conoscevano avevano un’idea su di me e che io continuavo ad alimentare tale idea con tutto ciò che facevo. “Non capisci?”; chiese in tono drammatico. “Tu devi rinnovare la tua storia personale raccontando ai genitori, ai parenti e agli amici tutto ciò che fai. D’altra parte, se tu non avessi storia personale non ci sarebbe bisogno di spiegazioni; nessuno sarebbe in collera o deluso dai tuoi atti. E soprattutto nessuno ti inchioderebbe con i suo pensieri”.

 Anche la memoria genetica (DNA) che stabilisce la forma il corpo fisico nel quale l’entità si identifica condiziona le scene che il  mouse seleziona. Ad esempio un uomo di bassa statura potrebbe auto convincersi che le donne troppo alte non fanno per lui; una donna brutta potrebbe auto limitarsi nell’approccio con gli uomini.

 Altra componente che interviene come programmazione  interna al mouse è costituita dalle regole sociali: mode dell'epoca in cui viviamo, galateo, leggi, costituzione, regole religiose, ecc. 

 Per esempio consideriamo un fotogramma in cui un uomo è fermo in una piazza piena di gente, da lì può saltare in altri fotogrammi, ma difficilmente sceglierà il fotogramma in cui si toglie pantaloni e mutande, ma questa possibilità di per se esiste. Ciò è dovuto al condizionamento etico impostogli fin da piccolo.

 Tutti questi fattori sono rielaborati in una sorta d'intelligenza interna al mouse, che li valuta e decide in automatico la direzione del mouse e in definitiva le scene future; gli sciamani definiscono questa modalità di passare da una scena all’altra, ritenuta quasi automatica, percepire il mondo con la ragione (primo anello di potere.)

 La stragrande maggioranza della popolazione percepisce il mondo con la ragione.

 L’altro metodo di percepire il mondo, è quello di togliere l’automatismo controllando il mouse con la nostra "mano". Questo metodo è chiamato dagli sciamani percepire e controllare il mondo con la volontà (secondo anello di potere.)  Parleremo di questa seconda modalità nei prossimi capitoli.

 

 Analisi dello schermo inerente al modello MATRIX

 Riprendendo l’analisi del modello MATRIX;  vorrei ricordare che le immagini sullo schermo televisivo sono costituite da punti luminosi detti pixel, se lo schermo televisivo è a colori, i suoi pixel sono formati da tre colori diversi. La combinazione dei tre dà il colore voluto.

Possiamo approfittare di questo fatto per proporre un paragone tra ogni singolo colore del pixel con tre aspetti dell'entità uomo:

a. Aspetto Fisico;

b. Aspetto Emozionale;

c. Aspetto Mentale;

 

 Nell’esoterismo questi tre aspetti corrispondono a tre diversi "corpi" che nel loro insieme formano l’essere umano. Nell'esempio delle palline colorate corrispondo a tre tipi di occhiali indossati all’osservatore che muove il mouse. Così come l'insieme dei tre colori del pixel danno il colore risultante, analogamente l'insieme delle tre percezioni dei "corpi" fisico, emozionale, mentale danno il risultato della percezione.

 La funzione dei tre corpi può essere colta dal lettore facendo vedere cosa accade quando togliamo ad uno ad uno i tre corpi.

Alla morte vengono a mancare gli occhiali del corpo fisico. L’operatore che sta osservando lo schermo potrà percepire solo con l’aspetto emozionale e mentale. Questo introduce un’indeterminazione  della scena che sta osservando. Prendendo a prestito il linguaggio della matematica potremmo dire che in un’equazione a tre incognite una delle tre viene lasciata libera e crea di conseguenza un numero infinito di soluzioni, tutte possibili! Scendendo nel pratico, se prendiamo ad esempio persone morte (senza gli occhiali del corpo fisico) che guardano un bicchiere, potranno dire di aver visto: il primo una caraffa, il secondo una bottiglia, il terzo un bicchiere... Dipende dal loro stato emotivo mentale di ciascuno. Ovviamente se avessero ancora il corpo fisico, percepirebbero ancora il bicchiere al massimo con sfumature diverse.

          

RIORDINIAMO LE IDEE

Tutto l'esistente può essere descritto così:

 

Esistono moltissime "coscienze individualizzate" che si evolvono attraverso una specie di sogno.

 

Il sogno è paragonabile alla realtà virtuale generata da un gigantesco "computer"; esso  genera delle "scene" che appaiono reali a tutti gli effetti e servono a plasmare le "coscienze".

 

Ogni esperienza vissuta dalle "coscienze" produce un cambiamento al loro interno è come se si apprendesse a suonare una nuova nota o un nuovo brano, questo  viene detto acquisizione di un nuovo livello di coscienza o semplicemente "SENTIRE" (parola definita così dal cerchio 77);

 

Lo scopo finale è quello di creare delle coscienze indipendenti ed autonome, queste  attraverso  il loro libero arbitrio, analizzano  il "computer" ne vedono nuove sfaccettature e creano nuove  interpretazioni, insomma si sviluppa l'autocoscienza e la creatività.

 

Il Punto d'unione "o scena dell'attimo presente"

In ogni istante della vita noi abbiamo una percezione e viviamo una realtà. Ebbene ciò che percepiamo dipende da ciò su cui siamo focalizzati.

Pensiamo ad un giradischi, ebbene la musica che sentiamo dipende da dove si trova la puntina di lettura. Questa posizione equivale a quello che viene detto "punto d'unione" della percezione; esso corrisponde al fotogramma vissuto nell'attimo presente. Nell'uomo comune il "punto d'unione" è la risultante del susseguirsi degli avvenimenti logici, e dalle convenzioni sociali.  Per seguire l'esempio del giradischi diremo che la posizione della puntina è la risultante della spirale data dai giri percorsi. Ebbene la novità sta nel fatto che è possibile spostare la puntina improvvisamente in una nuova posizione, saltando la sequenzialità logica.

Quando ciò avviene gridiamo al miracolo! In realtà è come se fossimo entrati nel computer e avessimo usato il linguaggio originale per riprogrammare la realtà percepita. Attenzione però che questo modo di operare non è per niente facile.

Mettiamola così: per spostare la puntina occorrono due condizioni:

1) minore è l'aderenza della puntina al disco più facile sarà il suo spostamento

2) maggiore è la forza applicata al braccio che supportala puntina più facile e grande sarà lo spostamento.

Ci sono persone che sono morbide, facilmente influenzabili, con queste è più facile far avvenire il fenomeno. L'aspirante "mago" si esercita ad rendere leggerissimo il punto d'unione, praticando il distacco e la rottura delle abitudini e delle convenzioni sociali, (Castaneda parla dell'arte del "non fare").

La forza per spostare il braccio è una sorta di intensa e ferrea volontà, che unita ad un alto livello di energia personale permette di ottenere risultati sbalorditivi. Ecco che certi individui sono degli ipnotizzatori potenti, hanno un "magnetismo personale" fortissimo.(Castaneda chiama questa forza "intento")

Vediamo ora di spiegare il fenomeno della carta da gioco che "sparisce" descritto all'inizio. Il mio amico è senza alcun dubbio dotato di grande magnetismo personale, potrei raccontare decine di episodi sul suo conto che confermano questa asserzione.

Egli inoltre induce un ammorbidimento del punto d'unione dei presenti con giochi di prestigio iniziali, tanto che il fenomeno è collocato in genere come particolare gioco di prestigio.

Il problema poteva sorgere quando io ho cambiato le condizioni del gioco, rendendo il tutto assolutamente scientifico (sono certo al 100% di ciò che ho fatto). A questo punto il fenomeno non poteva più essere scambiato per gioco di prestigio e in teoria doveva essere impossibile che la carta sparisse, in quanto il mio punto d'unione era ben saldo, la mia cultura da Fisico era ben radicata.

 Qui penso ci siano stati due fattori favorevoli, il primo è il fatto che le persone da me invitate ad assistere al fenomeno hanno rifiutato, ricordo che eravamo presenti solo io mia moglie e il "mago"; quindi i punti d'unione da spostare erano solo due. Il secondo fattore era che i punti d'unione sia mio che di mia moglie erano "ammorbiditi"; infatti  in precedenza avevamo assistito a così tanti fenomeni strani di telepatia o altro da destabilizzare sicuramente i nostri punti d'unione.

Forse esiste poi un terzo fattore "lo SPIRITO", parlerò più tardi di ciò, ma anticipo qui che esiste un "lato attivo dell'infinito" in grado di intervenire nelle faccende umane, l'azione dello spirito deve essere in armonia con il libero arbitrio delle persone. (Mi rendo conto che questo punto sa tanto di religione ma tant'è…)

Questa spiegazione fa coincidere tutto quello che ho visto sul paranormale! Se andate a rileggere i punti che caratterizzavano il fenomeno da me descritti all'inizio, vedrete che avevo detto che più persone c'erano, più era difficile, più erano scettiche (punto d'unione rigido) più era difficile, per fare i fenomeni il mio amico usava sempre  giochetti sbalorditivi e incomprensibili. Ho avuto modo di osservare i così detti "guaritori delle filippine" e ho visto tutti i principi all'opera. In genere c'è una sceneggiata più o meno raggirante per ammorbidire i punti d'unione dei presenti, poi il "guaritore" opera e… a quel punto Dio solo sa qual è la verità, suggestione pura o spinta effettiva  del  guaritore tale da spostare il punto d'unione realizzando così il miracolo? Penso che cambia da caso a caso dipendendo sia dal paziente che dal guaritore. Certo che la scienza ufficiale porrà sempre l'attenzione sul raggiro e squalificherà necessariamente il tutto, in tal modo da una parte eviterà sperperò di denaro, ma dall'altra impedirà la guarigioni di coloro che ne avrebbero avuto la possibilità.

 

Riporto qui un brano tratto dal libro "Il potere del silenzio" di Carlos Castaneda ed. Rizzoli pag. 140

Secondo me è la più esatta spiegazione dei fenomeni paranormali che io abbia letto in 40 anni di intensa ricerca.

Castaneda racconta al suo maestro don Juan. " …Mi ricordò un avvenimento cui avevo assistito qualche mese prima, a Città del Messico, che avevo trovato incomprensibile fino a quando non me lo aveva spiegato lui, usando il paradigma magico.

Si trattava di un'operazione chirurgica eseguita da una famosa guaritrice paranormale. Il paziente era un mio amico. La donna per operarlo era entrata in una trance estremamente drammatica.

Potei vederla aprire con un coltello da cucina la cavità addominale nella regione ombelicale,rimuovere il fegato malato, lavarlo in un secchio colmo di alcol e poi rimetterlo a posto, chiudendo con la semplice pressione delle mani il taglio che non aveva sanguinato.

Parecchie persone assistevano all'operazione nella stanza semibuia. Alcuni sembravano osservatori interessati, come me. Altri sembravano aiutanti della guaritrice.

Dopo l'operazione parlai brevemente con tre degli osservatori. Tutti e tre mi confermarono di aver visto quello che avevo visto io. Quando parlai al mio amico, il paziente, egli mi riferì che per lui l'operazione era equivalsa a un dolore sordo e continuo allo stomaco e a un senso di bruciore sul lato destro.

Avevo raccontato tutto questo a don Juan, azzardando perfino una spiegazione cinica. Gli avevo detto che la semioscurità dell'ambiente, secondo me, era ideale per ogni genere di gioco di prestigio, come ad esempio la vista di interiora e organi estratti dalla cavità addominale e lavati nell'alcol. Lo shock emotivo provocato dalla drammatica trance della guaritrice — sulla cui autenticità nutrivo altri dubbi — aveva aiutato a creare un'atmosfera di fede quasi religiosa.

Don Juan mi fece subito notare che la mia era una opinione cinica e non una spiegazione cinica, in quanto non spiegava il fatto che il mio amico era guarito davvero. Don Juan mi spiegò che tutto s'incentrava sulla capacità che la guaritrice aveva di spostare il punto d'unione di tutti i presenti. L'unico stratagemma — se stratagemma si poteva chiamare — era che il numero dei presenti nella stanza non doveva essere più alto di quanto lei riuscisse a controllare.

La trance e la teatralità dei gesti erano per lui o accorgimenti ben calcolati dalla guaritrice per catturare l'attenzione di tutti i presenti, o manovre inconsce dettate dallo stesso spirito. In ogni caso, erano i mezzi più acconci con cui la guaritrice poteva mettere insieme l'unità di pensiero necessaria a rimuovere il dubbio dalla mente dei presenti, forzandoli a entrare in stato di consapevolezza intensa.(La consapevolezza intensa è un particolare stato alterato della coscienza in cui il punto d'unione si sposta saltando la sequenzialità logica)

Quando aveva inciso il corpo con un coltellaccio da cucina estraendo gli organi interni, non si

era trattato d'un gioco di prestigio, aveva insistito don Juan. Si era trattato di un fatto reale che

oltrepassava il mondo del giudizio quotidiano, in quanto era accaduto in stato di consapevolezza

intensa.

Avevo chiesto a don Juan come avesse potuto la guaritrice spostare il punto d'unione di quelle persone senza toccarle. La risposta era stata che il potere della guaritrice, dono o stupenda conquista che fosse, stava nel servire da condotto dello Spirito. Era stato lo Spirito, aveva detto, e non la guaritrice, a spostare quei punti d'unione.

«Ti spiegai allora, benché tu non capissi nemmeno una  parola,» proseguì don Juan «che l'arte e il potere della guaritrice stavano nell'allontanare ogni dubbio dalla mente dei presenti. Facendo questo, lei mise lo spirito in grado di spostare i loro punti d'unione. Una volta avvenuto ciò, tutto era possibile. Si era ormai entrati nel mondo in cui i miracoli sono ordinaria amministrazione.»

Disse con grande enfasi che la guaritrice doveva certo essere anche una maga, e che se avessi fatto lo sforzo di ricordare l'operazione, avrei anche ricordato che lei era stata spietata con la gente nella stanza, specie con il paziente.

Gli ripetei quello che rammentavo di quell'episodio. Il livello e il tono della voce della guaritrice, piana e femminile, quando lei era in trance diventava, con sensazionale trasformazione, una profonda e roca voce maschile. Quella voce annunciava che lo Spirito di un antico guerriero precolombiano aveva preso possesso del corpo della guaritrice. Una volta fatto l'annuncio, il comportamento della guaritrice cambiò moltissimo. Era posseduta. Era ovviamente molto sicura di sé e procedeva all'operazione con assoluta fermezza e determinazione.

«Io preferisco la parola "spietatezza" a "fermezza" e "determinazione"» osservò don Juan, e proseguì. «Quella guaritrice doveva essere spietata per creare l'ambiente adatto per l'intervento dello Spirito.»

Egli affermava che avvenimenti difficili da spiegare, come quell'operazione, erano in realtà molto semplici. Venivano resi difficili dalla nostra insistenza a pensare in modo razionale senza conoscere la vera natura dell'essere umano."

 

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