Efficienza Didattica
Conclusione Matrix 9 |
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La crescita personale è un’arte Ci sono due atteggiamenti errati: - Uno è quello di pensare di cambiare istantaneamente; - l’altro è quello di credere di non poter cambiare; tanto “siamo fatti così!”.
Il vero cambiamento arriva piano e ha bisogno di una giusta fluidità. La fluidità è la disponibilità a cambiare quando necessario. Attenzione che disponibilità non vuol dire essere banderuola!
Molte persone mi dicono; “Perché dovrei cercare il cambiamento? Sto bene così”. Hanno ragione sotto certi punti di vista; può darsi che per molti questa vita sia una specie di vacanza, se la vogliono godere. Supponiamo però che alcune di queste anime debbano evolversi e cambiare, ebbene dato che non lo fanno in maniera tranquilla e cosciente quando le condizioni sono favorevoli, allora potrebbe essere il dolore a costringerli al cambiamento. Quante malattie hanno questo fine! Io credo che è proprio nel momento delle “vacche grasse” che bisogna accumulare conoscenza e applicarla su di se per ottenere un miglioramento, cosicché non sia necessario arrivare al periodo delle “vacche magre”. Mi rendo conto però che è impossibile giudicare una persona dall’esterno, pertanto è meglio muoversi per trasferire questa conoscenza solo se si colgono delle indicazioni da parte del “potere”, altrimenti si finisce con l’essere dei rompiscatole piuttosto che degli aiutanti.
Essere fluido Per quanto riguarda la mia esperienza personale ciò che rende più fluida una persona in modo armonico è la meditazione. Va detto subito che esistono due tipi di meditazione principali: - la meditazione che aspira al vuoto mentale; - la meditazione che porta la mente a concentrarsi su qualche cosa o a fare considerazioni su particolari argomenti (lettura del breviario fatta dal sacerdote).
Quando parliamo di meditazione, noi ci riferiamo alla meditazione che cerca di fermare il dialogo interno. Cerca il vuoto mentale, è un “non voler essere”. I nostri pensieri sembrano nascere come "bolle emozionali" che escono dall'acqua, in realtà escono dal nostro inconscio. L'inconscio è la nostra parte nascosta ed è enorme. Paragonabile alla parte immersa di un Iceberg. La spinta deriva da desideri, emozioni, paure, preconcetti ecc. che stanno sotto e sono spinti a galla da noi stessi o più spesso da altre entità intangibili, dette voladores che ci usano come animali da sfruttare mungendoci come mucche. Siamo prede di questi predatori che si nutrono delle svariate energie che escono dalle "bolle emozionali" portate al livello di coscienza. Contro questa predazione c'è poco da fare; unici rimedi sono una forte (spietata) disciplina interiore, un grande distacco e una profonda "arresa" inesprimibile a parole. La meditazione del secondo tipo, possiamo definirla come una riflessione. Ecco un esempio del secondo tipo, riflettete sul seguente brano.
Nuovi ogni giorno per diventare fluidi La vita é rinnovazione e così l'uomo deve rinnovarsi, ogni giorno mutare. Siete consapevoli di quanto poco voi siete disposti a mutare? Riflettete sui punti fermi che vi limitano e vi affliggono; riflettete sui confini che non osate valicare. E non parlo di quelle mete morali che la vostra coscienza ha acquisito, giacché‚ essendo divenute parte di voi stessi non rappresentano limitazione alcuna: sono le autoimposizioni quelle che limitano l'individuo, e non la coscienza raggiunta. Riflettete su quanto facilmente condannate coloro che camminano controcorrente e non si adeguano ai luoghi comuni della società: anche questo, in voi, rappresenta un ostacolo al rinnovamento. Non vuol dire che voi diventiate degli esseri privi di ogni carattere e di ogni punto fermo, che oggi affermiate ciò che ieri avversavate, ma si intende che ciascuno di voi divenga consapevole della resistenza che inconsciamente pone al rinnovamento. Siate consapevoli che siete costruiti in un modo e che facilmente vorreste veder mutare gli altri, mentre ponete ogni sorta di ostacolo al mutamento di voi stessi. Riflettete su quanto vi accade, su quanto vi circonda. Riflettete che, purché‚ altre creature non soffrano, l'uomo che veramente ha raggiunto un intimo “sentire” non teme di intraprendere una nuova strada, di abbracciare una nuova filosofia, quando la sua morale sia divenuta sua coscienza, parte di lui stesso. Non giudicare significa non opporre ostacolo al rinnovamento. Non giudicare, non condannare gli altri, non significa approvare ciò che essi hanno fatto, ma essere consapevoli che ciò che vi distingue non sta nelle vostre idee, nelle vostre conquiste della mente, nei vostri pregiudizi, ma sta nel vostro “sentire” e quindi nel vostro essere. (Nuovi ogni giorno - tratto dal cerchio 77)
Poesia degli sciamani da “Il dono dell’aquila” di Carlos Castaneda (ed. Rizzoli)
Mi sono arreso al potere che governa il mio destino e nulla stringo così non avrò nulla da difendere.
Non ho pensieri, così potrò “Vedere”.
Non temo nulla, così ricorderò me stesso.
Distaccato e sereno, volerò oltre l’Aquila, verso la libertà.
1° Mi sono arreso.., Primo punto l'arresa. E' un atto di umiltà e sincerità, si riconosce che non siamo niente: Tutto è UNO! E' nell'insieme del tutto che troviamo la nostra reale dimensione, non nel distinguo. Certo la separazione dal Tutto ci ha creati come individualità distinta, diversa; ma è arrivato il tempo di abbandonare la culla.
2° Nulla stringo… Non stringere, il posseduto. I desideri vanno riorganizzati, l'inessenziale va tolto. Dobbiamo abituarci a vivere fluidi, pronti al cambiamento. L'aggrapparci alle cose o anche solo alle nostre convinzioni, ci rende rigidi, ci cristallizza, ci toglie possibilità di nuove comprensioni. Quanta energia sprechiamo per difendere il "nostro", sia esso materiale che comportamentale.
3° Non ho pensieri …Fermare il dialogo interno porta alla vera percezione dell'universo. Esistono molti modi per cercare di fermare il correre dei pensieri. Forse il principale è la meditazione; qualunque sia il metodo alla fine c'è sempre un minor "voler essere". Meditate gente! Meditate…! 4° Non temo nulla …Le paure sono un fattore che ci blocca. Ad un primo livello esse sono utili per la sopravvivenza del corpo, ma quante sono le paure inutili? Quante volte decidiamo di non rischiare? Quante volte evitiamo di assumerci la responsabilità della nostra vita?
Tutto ciò può apparire molto complesso da capire e gestire, va detto però che ci sono persone con pochissima istruzione che sviluppano un atteggiamento corretto, che possiamo tradurre con il nome di “fede in ...”, credono nella provvidenza, e con solo questo atteggiamento, senza tante tecniche, trovano il modo di vivere serenamente, in modo semplice ed evolutivo, galleggiando sopra i grossi problemi materiali che il percepire questa realtà comporta. Si potrebbe dire che questo stesso discorso è fatto da tutte le religioni. E’ vero, tuttavia spesso manca una spiegazione. Certo per alcuni può bastare, ma altre nature non sono disposte a credere se non capiscono la logica del meccanismo di funzionamento. Molte religioni calano dall’alto questo sapere e utilizzano la devozione degli adepti per accrescere il potere della loro organizzazione e dei loro capi. A proposito delle associazioni gli sciamani le ritengono inutili se non pericolose. Infatti, se da una parte il gruppo aiuta a vincere le proprie paure e ha un effetto di trascinamento, dall'altro canto viene a mancare lo sforzo individuale e si tende a non assumersi le responsabilità. La vita è fatta per la crescita individuale, il gruppo al massimo può essere un mezzo un aiuto, ma finisce sempre per diventare il fine.
Dai mondi invisibili Cerchio 77 “…Noi non abbiamo la pretesa di portarvi la verità. La verità è una CONQUISTA DEL SINGOLO; nessuno può comprendere per voi. Chi è giunto alla verità, contrariamente a quanto si crede, non può trasfonderla negli altri; può solamente dare delle indicazioni, ma non si devono confondere le indicazioni con la verità, LE PAROLE CON LA COMPRENSIONE. Così non organizzatevi per diffondere la verità, la verità è e basta! E non organizzatevi per diffondere le indicazioni, se questo significa diffondere l’organizzazione. Ogni organizzazione finisce sempre con l’essere più importante delle idee che professa, così, per non nuocere all’organizzazione, si giunge a rinnegare i principi sui quali essa si è fondata. L’organizzazione è simile a colui che vuole sfamare gli affamati parlando loro di cibo. Non cristallizzatevi sulle parole, ma cercate di comprendere. Le parole e le indicazioni per essere valide, cioè per essere un valido intermediario, fra l’uomo e la verità, debbono mutare con i tempi e con i popoli: non debbono insegnarvi a cercare negli altri ciò che solo in voi stessi potete trovare. Non debbano parlarvi dell'aldilà senza insegnarvi a comprendere l’aldiquà.”
La vera indipendenza Lavora come se non avessi bisogno di soldi.
Ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire.
Balla come se nessuno ti stesse guardando.
Canta come se nessuno ti stesse ascoltando.
Vivi come se il paradiso fosse sulla Terra.
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