Valutazione di insegnanti e presidi
Dal 2000 sono in pensione e svolgo una attività di volontariato gratuita in più scuole medie. Tengo un corso di lezioni di laboratorio di fisica: 10 ore per ogni classe di terza media. Nell'anno scolastico 2014/2015 ho contattato 21 classi in 4 plessi scolastici differenti. Queste esperienze mi hanno permesso di avere una vasta panoramica sulle problematiche della scuola.
In Italia la libertà di insegnamento è elevata, le conquiste sindacali l'hanno resa addirittura troppo elevata. Il docente ha un ampio margine di movimento. C'è così tanta libertà che quando troviamo persone che insegnano male non è possibile intervenire per bloccarli o condizionarli.
La libertà concessa all'insegnante deve riguardare il suo modo creativo di seguire i programmi ministeriali, ma alla fine, qualsiasi sia il metodo devono essere stati trasmessi dei contenuti minimi.
Il genitore ha il diritto di avere una buona scuola, e i suoi diritti valgono tanto se non di più di quelli dell'insegnante.
Il problema della scuola attuale sta nell'efficienza didattica che è gravemente carente.
I colleghi, attraverso la via sindacale, si lamentano per essere sottopagati. Questo fatto, pur essendo oggettivamente vero se confrontato con altri paesi, non è il vero male; a mio avviso, anche se gli stipendi triplicassero i problemi rimarrebbero invariati. Serve un sistema meritocratico, tutti sono d'accordo in linea di principio, ma appena si cerca di realizzare un sistema valutativo, si alzano mille barricate.
Il governo attuale (2015 Matteo Renzi) cerca di introdurre un sistema di controllo della meritocrazia, con il risultato di trovarsi tutti i sindacati contrari.
Il fatto è che le intenzioni sono buone ma manca una applicazione equa. Il modo più rapido sembrava essere quello di dare ai presidi la possibilità di valutare e gestire con una certa autonomia il personale docente. A mio avviso questo è un grave errore, presuppone che i presidi siano super parte ed in grado di valutare la situazione. Oggi i presidi hanno cambiato il nome (e la paga); si chiamano direttori didattici e sono diventati improvvisamente dei manager per decreto amministrativo. Purtroppo molti presidi hanno perso il contatto didattico, non insegnano da molti, troppi anni e si sono fossilizzati sul metodo burocratico di valutazione, troppo spesso quello che conta è la facciata. Voglio dire che viene valutata la relazione scritta che ogni docente deve fare come fosse un tema, mentre quello che conta è ciò che fai e non come lo dici.
Cosa farei se mi fosse concesso di operare?
Io passerei ad un sistema di valutazione meritocratico sia per i docenti che per i presidi con retribuzioni proporzionali, fatta salva una quota fissa di partenza.
Il sistema di valutazione dell'efficienza che propongo è difficile e pieno di imprecisioni e ingiustizie, ma è meglio di niente. Sicuramente meglio della situazione attuale.
La valutazione dovrebbe risultare dalla somma molti addendi di una serie, più elementi ci sono migliore sarà la valutazione.
Efficienza = E1 +E2 + E3 +E4 ... Ogni termine della sommatoria viene espresso con un numero.
E1 Il primo termine è un voto espresso dall'interessato stesso che si da un'autovalutazione avendo 10 punti a disposizione. Sembrerebbe scontato che ognuno si desse il massimo cioè 10, ma così non sarà anzi, alla fine il docente potrà valutare quanto il giudizio che si da coincida con ciò che danno gli altri. (punti a disposizione 10)
E2 Il secondo termine spetta agli alunni, veri giudici naturali. Quindi ogni alunno alla fine del ciclo, quando si stacca dall'insegnante e non può più essere ricattato lascia in modo anonimo il suo voto su quell'insegnante. (Punti a disposizione 10) Il voto finale sarà la media delle votazioni.
E3 Il terzo termine è dato dai genitori degli alunni. Alla fine di ogni anno scolastico al momento del ritiro delle pagelle, lasciano in modo anonimo una pagella di valutazione di tutti gli insegnanti. (Punti a disposizione 10) Il voto finale sarà la media delle votazioni.
E4 Il quarto termine è dato dal salto di miglioramento delle conoscenze della classe; test valutativi valuteranno l'aumento del quoziente di intelligenza e di preparazione, quindi ci saranno test iniziali e test finali, i psicologi valuteranno statisticamente i risultati tenendo conto delle condizioni di partenza della classe. (punti a disposizione 10 o più a seconda della bontà del test)
E5 Il quinto termine è dato dal voto dei colleghi. Alla fine di ogni anno in modo anonimo i colleghi daranno un voto segreto agli altri colleghi (punti disponibili 10)
E6 Il sesto termine è dato dalla valutazione del Preside (punti a disposizione 10)
E7 Il settimo termine riguarda il tipo di laurea. Non tutte le lauree hanno lo stesso peso, non è detto che chi ha una laurea “difficili” tipo Fisica o Matematica sia un miglior insegnante, ma questa pesata serve per evitare che manchino insegnanti nelle specialità più difficili. Stanno per mancare gli insegnanti con laurea in Fisica proprio perché ritenuta troppo difficile. (Punti a disposizione codificati con tabelle per varie lauree da 1 a 10 )
E8 L'ottavo termine riguarda le assenze, è un parametro difficile in quanto le malattie uno non se le va a cercare e non ne ha colpa, tuttavia è un fattore di efficienza incolpevole in alcuni casi, ma ci sono molti altri casi in cui ci sono i “furbi” (punti a disposizione 10)
Si potranno aggiungere altri criteri valutativi via via che la cosa si applica. Per esempio un punteggio potrebbe ricavarsi dalla scuola dove si insegna. La mia esperienza mi ha portato a credere che la difficoltà di insegnamento non è la stessa. La mia graduatoria mette al primo posto l'insegnamento nelle scuole Medie. sembra strano ma in realtà ciò dipende dal fatto che il grosso della fatica dell'insegnante medio è il gestire la disciplina. La maturità raggiunta dagli alunni delle superiori facilita molto questo aspetto. Certo che alle superiori i contenuti sono più corposi ma dopo qualche anno essi sono perfettamente memorizzati dal docente, al massimo ci sono nuove sfumature.
Per la valutare i presidi si crea una struttura simile. Efficienza = E1 +E2 + E3 +E4 ...
Il preside dovrebbe essere elettivo con validità triennale. Si devono individuare dei docenti con caratteristiche adeguate date da laurea, anzianità, coefficiente di efficienza elevato, che si dichiarino disponibili. Ogni tre anni si fanno le votazioni.
Stabiliti i coefficienti di efficienza individuali, avremo professori con voti fino ad un massimo di 80.
Innanzitutto dovrebbe esserci una paga base supponiamo di 1000 ebbene chi dovesse avere un coefficiente di efficienza Efficienza = 80 avrà l'aumento massimo che potrebbe essere il raddoppio.
I docenti che avessero livelli di efficienza sotto una certa soglia protratto per più anni saranno spostati in altre mansioni più consone.
Il metodo non è privo di pecche e ci potranno essere molte contestazioni, ma è una base di partenza molto più giusta dell'attuale condizione.
Uno delle critiche potrebbe essere: non vengono valutati i titoli, tipo "corsi di aggiornamento" o altro, a mio avviso in realtà essi vengono valutati nella loro ricaduta. Se un docente ha fatto un "corso di aggiornamento" che ha prodotto un miglioramento nel suo insegnamento questo sarà evidenziato dal fato che gli alunni e i genitori aumenteranno la loro valutazione, se un "corso di aggiornamento" non produce una ricaduta tangibile perché conteggiarlo come efficiente? Ovviamente il discorso non è così semplice, per mia esperienza la valutazione in base ai titoli ed esami è fortemente incerta. Ci sono aree geografiche in cui il voto 8 corrisponderebbe ad un 6 e viceversa.
La grande domanda che viene spontanea a tutti è: I professori, abituati a giudicare, accetteranno di essere valutati?
Sorprendentemente io credo che la grande maggioranza sarà disponibile, questo perché i professori bravi sono molto di più di quanto si crede.
Piuttosto bisogna capire se lo stato è disponibile a raddoppiare lo stipendio ad un insegnante ad alta efficienza?
Nella realizzazione pratica c'è da tener conto dell'azione dei soli “furbi”: potrebbe accadere che in certe certe aree dell'Italia improvvisamente tutti i professori (ma non i loro alunni) diventassero improvvisamente efficientissimi, ma solo sulla carta.
La strada per arrivare ad un buon compromesso e ad un adeguato controllo standardizzato sarà difficile, ma questo sistema meritocratico appare migliore dell'attuale e col tempo potrebbe funzionare.
12/05/2015 Prof. Urbani Camillo
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